L'educazione al cibo come conoscenza e come momento di socialità è un aspetto molto importante della vita di ognuno, soprattutto per i bambini che, a casa come a scuola, imparano le regole dello stare a tavola e a conoscere gli alimenti più vari.
Troppo spesso il pasto è vissuto come semplice "rifornimento", un'operazione da svolgere il più in fretta possibile perché presi da mille impegni che non ci permettono di dedicarvi il tempo necessario. A mio avviso quello che manca
davvero è il tempo mentale, perché a pari disponibilità di tempo materiale si possono fare scelte molto diverse. Il tempo mentale riflette il nostro approccio con l'ambiente, la nostra sensibilità al susseguirsi delle stagioni, la consapevolezza dei suoi frutti e il modo in cui proponiamo il cibo ai nostri figli (e a noi stessi). Rendere i bambini coscienti del ciclo della natura li avvicina al cibo in modo diverso: impareranno ad aspettare le pesche o le fragole e ad accoglierle con un entusiasmo diverso, capendo che non sempre la natura (come nella vita) dispensa ciò che desideriamo in quel momento. Questa è una grande lezione. D'altro canto è importante che sviluppino un gusto proprio, assaporando una gamma di alimenti molto varia. E possibilmente freschi. E in tranquillità. Veniamo dunque al modo in cui si sta a tavola. Questa è l'età in cui imparano (o dovrebbero imparare) a stare a tavola, senza più giocare col cibo, senza mangiare in fretta, adoperando le posate ecc. Qualcuno ha scritto -giustamente - di un piccolo galateo, anche se personalmente non insisterei sull'etichetta, quanto su alcune regole fondamentali che riassumerei in:
davvero è il tempo mentale, perché a pari disponibilità di tempo materiale si possono fare scelte molto diverse. Il tempo mentale riflette il nostro approccio con l'ambiente, la nostra sensibilità al susseguirsi delle stagioni, la consapevolezza dei suoi frutti e il modo in cui proponiamo il cibo ai nostri figli (e a noi stessi). Rendere i bambini coscienti del ciclo della natura li avvicina al cibo in modo diverso: impareranno ad aspettare le pesche o le fragole e ad accoglierle con un entusiasmo diverso, capendo che non sempre la natura (come nella vita) dispensa ciò che desideriamo in quel momento. Questa è una grande lezione. D'altro canto è importante che sviluppino un gusto proprio, assaporando una gamma di alimenti molto varia. E possibilmente freschi. E in tranquillità. Veniamo dunque al modo in cui si sta a tavola. Questa è l'età in cui imparano (o dovrebbero imparare) a stare a tavola, senza più giocare col cibo, senza mangiare in fretta, adoperando le posate ecc. Qualcuno ha scritto -giustamente - di un piccolo galateo, anche se personalmente non insisterei sull'etichetta, quanto su alcune regole fondamentali che riassumerei in:
1) non affaticare lo stomaco con bocconi esagerati o mangiando in fretta e senza bere;
2) non invadere lo spazio degli altri commensali con intrusioni di forchette o interrompendo una conversazione (magari col boccone in bocca);
3) non farsi male con le posate. E vale sempre la regola del buon esempio.
L'atmosfera è molto importante, il pasto serale è l'unico che viene condiviso da adulti e bambini, è un momento di scambio fondamentale da trascorrere in tutta serenità prima del riposo notturno. E fin qui tutto lineare.... E a scuola? Se in mensa scolastica si scardinano tutte queste belle regole, bisogna intervenire. Finora nella materna abbiamo riscontrato una conferma positiva, ma alle elementari? Il momento del pasto diventa uno svago dalle lezioni, quindi è comprensibile un comportamento "vivace". Ma fino a che punto? E, dato che non esiste una commissione mensa (mi pare), come facciamo a capire se i pasti sono adeguati, ben scaldati, abbondanti, presentati bene? Dato che gli insegnanti non sono presenti, come facciamo a capire se tutto funziona bene? Direi che è necessario istituire anche alle elementari un comitato mensa al fine di contenere comportamenti inadeguati e proposte alimentari errate. Prendiamoci uno spazio per farlo.
Gabriella Pignatelli
E' molto importante questo discorso, spesso se parliamo di mensa parliamo solo della qualità degli alimenti dimenticando che tutto quello che c'è intorno al cibo ha la stessa importanza.
RispondiEliminaForse sembrerà "antico" ma io sarei fortemente interessat_ per il prossimo anno ad organizzare un corso di GALATEO...
RispondiEliminaCredo che sia importante acquisire adatte cognizioni e dar modo ad i nostri figli di COMPORTARSI ADEGUATAMENTE a tavola (sottoforma di giuoco)...
Non di meno fare EDUCAZIONE ALIMENTARE, quali cibi sono sposabile e quali NON lo sono...
GRAZIE E FATEMI SAPER LA VOSTRA
Concordo con l'importanza di una presenza dei genitori alla mensa, anche visti i problemi che sono emersi all'ultima riunione delle classi seconde all'elementare
RispondiEliminaCiao, sono molto d'accordo con l'insegnamento delle regole del comportamento da Galateo, e non solo a tavola. Conoscere vuole dire non ignorare, e certi comportamenti o abitudini sono necessari per convivere e non solo per fare una "bella figura".
RispondiEliminaSpero presto si possa cominciare questo "gioco".
Una mamma della scuola materna