19 feb 2012

ADDIO AI LIBRI SOLO SU CARTA

La circolare ministeriale dello scorso 9 febbraio parla chiaro. Dall’anno scolastico 2012/2013 tutti i libri di testo delle scuole del primo e secondo ciclo dovranno essere in formato elettronico oppure in “forma mista” (e cioè: in parte cartacea, in parte digitale). Al bando quindi i libri solo su carta: potranno essere adottati solo se le case editrici metteranno a disposizione anche una versione online per il download.


La tanto annunciata de-materializzazione della scuola sembra quindi finalmente prendere il via. Con vantaggi che non sono solo di innovazione, ma anche di potenziale risparmio per le famiglie (le versioni digitali dovrebbero infatti costare di meno) e di alleggerimento degli zaini degli alunni. Allo stesso tempo, però, c’è anche chi sottolinea le tante criticità che il passaggio al digitale potrà comportare: le case editrici riusciranno ad aggiornare tutte le edizioni dei testi attualmente in uso? E ci sarà davvero un abbassamento dei prezzi? Le scuole, poi, saranno in grado di offrire l’infrastruttura tecnologica in grado di supportare i nuovi testi? Senza dimenticare poi la questione del mercato dell’usato, che potrebbe subire un forte contraccolpo a causa di questa novità.
Cosa cambia – Come spiega la circolare, tutte le scuole sono invitate a muoversi già dalle prossime settimane per verificare se i testi adottati secondo l’attuale cadenza pluriennale sono disponibili anche in formato elettronico e, nel caso siano presenti solo su carta, sostituirli con edizioni miste. In ogni caso, entro la seconda metà di maggio i collegi dei docenti dovranno rendere pubblici gli elenchi dei testi sugli albi della scuola e sul portale online “Scuola in chiaro”, mettendo ben in evidenza quali sono i prezzi di ciascuna edizione e quali sono quelli obbligatori e quelli soltanto suggeriti.
Risparmio per le famiglie? - Le associazioni dei consumatori hanno accolto con favore la circolare del Ministero. “Si tratta di un passaggio importante per la transizione verso la scuola digitale - spiega a Sky.it Grazia Simone, Segretario nazionale Adiconsum con delega alla scuola - Con le edizioni elettroniche finalmente le famiglie potranno scegliere opzioni meno costose. Anche se forse i benefici economici si vedranno solo sul lungo periodo”. In un primo momento, infatti, è facile aspettarsi che gli studenti dovranno dotarsi di ulteriori gadget per la consultazione delle versioni digitali. “Nel caso in cui le famiglie non dispongano di un computer o un lettore di ebook - continua Simone - dovranno affrontare una spesa iniziale che potrà essere ammortizzata solo negli anni successivi. Gli attuali e-reader in commercio, infatti, costano sopra i 100 euro: ci vorranno un po’ di anni per riuscire ad ammortizzare questa cifra”.
Le nuove disposizioni dovrebbero anche contribuire ad abbassare il tetto spesa stabilito per legge (che viene spesso sforato dalle scuole), andando a porre un freno a tutto il business delle ri-edizioni: “I testi digitali possono essere aggiornati velocemente e con costi minori, senza costringere le famiglie a comprare nuove edizioni. Per quanto le case editrici decideranno di far pagare l’aggiornamento elettronico, non sarà mai così alto come quello di una ristampa su carta”.
Sempre nel breve periodo, poi, resta il problema del mercato dell’usato che potrebbe subire un forte contraccolpo, come sottolinea Lucia Canzi di Altroconsumo: “Sicuramente ci saranno delle ripercussioni. Visto che gran parte delle edizioni dovranno essere rinnovate, l’usato diventerà obsoleto nella gran parte dei casi”. E questo andrà a gravare soprattutto sulle famiglie con reddito più basso, che spesso trovano nel mercato di “seconda mano” una forma di risparmio non indifferente.
La scuola italiana è pronta? - Ma al di là dei costi per le famiglie, la scuola italiana è davvero pronta a questo passaggio? Se da una parte è vero che le edizioni digitali contribuiranno ad alleggerire gli zaini, dall’altra non è ancora ben chiaro come gli studenti potranno consultare i testi elettronici in classe. Non tutte le scuole, infatti, dispongono di un computer per ogni alunno (per quanto il Ministero abbia avviato alcuni progetti in questa direzione): “Da quanto ci risulta le scuole italiane sono ben lontane dall’essere completamente informatizzate - spiega Adiconsum - C’è tutto il rischio che, da una parte, si chieda un salto tecnologico e poi, dall’altra, la scuola non possa ancora offrire tutti gli strumenti adeguati”. Anche i docenti, poi, dovranno essere messi al passo con i tempi e adeguatamente aggiornati: sapranno interagire, ad esempio, con una classe in cui alcuni alunni hanno edizioni miste, altri solo digitale? “Su questo fronte bisognerà aspettare un po’ di tempo - aggiunge Altroconsumo – Ci sono già alcuni professori che conoscono l’offerta di ebook e, ad esempio, suggeriscono di scaricare opere di pubblico dominio disponibili online (come ad esempio su LiberLiber). Ma la maggior parte deve ancora prendere dimestichezza con questi strumenti”. Come dire, il percorso che porterà alla scuola digitale è molto più complesso di come vorrebbe suggerire la semplice adozione di una nuova tecnologia. Ci sono ancora barriere sociali e culturali da superare, alcune delle quali riguardano da vicino anche gli stessi “nativi digitali”.
Nativi digitali? -  Per quanto si pensi che l’attuale generazione di studenti sia “nativa digitale”, quattro alunni su cinque (78%) dichiarano ancora di preferire le edizioni cartacee a quelle elettroniche attualmente in commercio. E’ questo il dato emerso da uno dei pochi sondaggi sul tema realizzato da Skuola.net. Tra le criticità sottolineate dagli studenti c’è proprio la mancanza di libri in versione digitale: secondo gli intervistati, circa il 50% dei testi adottati lo scorso anno non erano disponibili in formato elettronico. Con la nuova normativa ora bisognerà arrivare a quota 100% digitale o misto. Ma, resta da vedere se si tratterà solo di un semplice “travaso” dal formato cartaceo a quello Pdf (che permette solo la lettura, e poco più). Oppure se verranno adottati anche libri scolastici di nuova generazione, simili a quelli lanciati da Apple di recente: interattivi, multimediali e in grado di offrire un’esperienza di apprendimento più creativa. Forse sono questi i testi che l’attuale generazione di studenti sta aspettando per diventare davvero “nativa digitale”.
di Nicola Bruno TG24

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